Maria Tartaglino

Asti: 17/09/1887 - 01/09/1944

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GRAZIE MARIA!

PREMESSA

Le testimonianze sotto riportate hanno come riferimento temporale la data in calce alla lettera firmata attestante il fatto, gli originali come gli eventuali documenti allegati, sono conservato presso l'istituto degli Oblati di San Giuseppe.

Le lettere hanno per titolo la località di scrittura della lettera e le iniziali delle persone oggetto della lettera.

Per motivi di riservatezza, i nomi non sono resi pubblici.


COME COMUNICARE PRESUNTI FAVORI RICEVUTI

Nel caso in cui, anche tu avessi ricevuto una grazia o un favore da Maria Tartaglino, se vuoi,  contattaci utilizzando il modulo nella sezione "CONTATTI" del sito.

Nel caso di grazie particolari, legate alla salute, oltre alla dichiarazione firmata, saranno richiesti documenti e certificati medici attestanti i fatti.

I documenti dovranno essere in originale (duplicati), o comunque copie conformi alla legge, ossia con regolare marca da bollo.

L'eventuale pubblicazione di favori o grazie è legata all' espressa volontà ed autorizzazione dell' interessato, se non richiesto diversamente dall' interessato,  saranno indicate solo le iniziali.


Indice


Asti, 24/12/2013 M.T. e P.T.

"Nostro padre, nipote di Maria Tartaglino, prese parte, come soldato, alla Seconda Guerra Mondiale e sempre sostenne di aver avuto l'aiuto, tangibile, della zia, che lo preservò da sicura rovina in tutti i pericoli che dovette affrontare. Uno di questi accadde nei pressi di Hammamet, in Tunisia, nel marzo del 1943, durante le ultime fasi della guerra in terra d'Africa. Mentre il plotone di soldati, in cui vi era nostro padre, stava imboccando un tunnel che, una volta percorso, avrebbe consentito di arrivare alla spiaggia, ci fu un'imboscata, tesa dagli Anglo-americani. Costoro, infatti, appostati all'uscita del tunnel, iniziarono a sparare, con fucili e mitragliatrici, contro i soldati italiani e ci fu un massacro: inaspettatamente, l'unico che riuscì a salvarsi, uscendo dal tunnel, fu proprio nostro padre. Un caso o, piuttosto, una grande grazia divina, ottenuta per intercessione di Maria Tartaglino? Nostro padre propendeva per la seconda teoria, in quanto definiva sua zia "UNA SANTA", e noi siamo sempre stati d'accordo con lui!".

Canale d'Alba (CN), 07/01/2011 F.A.

  "Il 14 gennaio 2007, una domenica pomeriggio, ricevetti una telefonata che mi invitava a recarmi, al più presto, all'Ospedale Humanitas, di Rozzano, presso Milano, poiché mia figlia aveva avuto un incidente stradale ed era stata ricoverata. Qui, il medico mi presentò un quadro clinico impressionante: l'occhio sinistro di mia figlia, quasi, non esisteva più e una lesione traumatica alla regione maxillo-facciale interessava il naso, le orbite, la fronte e tutto il viso dalla parte sinistra! Furono eseguiti diversi interventi chirurgici, in genere ogni 3-4 mesi; mia figlia, passati i primi momenti, capiva che il suo volto, che prima dell'incidente era bellissimo, non sarebbe più stato come quello di una volta. A 20 anni d'età è difficile, psicologicamente, accettare una tale situazione! Dal canto mio, io chiedevo, incessantemente, aiuto al Cielo, ma non trovavo forze a sufficienza per affrontare questo stato di cose, anche perché uscivo da un altro tragico incidente nel quale il mio secondo figlio, appena diciottenne, aveva subìto una lesione cardiaca e un trauma cranico. Una collega di lavoro, adesso in pensione, mi regalò, allora, due libri che parlavano di una certa Maria Tartaglino, di cui io non avevo mai sentito notizie prima. Lessi quei libri come spinta da una forza interiore; andai ad Asti al cimitero, trovando subito la tomba della Tartaglino, poiché, nel libro, vi era la piantina, e qui pregai...! Le preghiere, gli interventi chirurgici affrontati (ben 31), i pianti, le suppliche: tutto ciò lo può contare solo il buon Dio! Io chiedevo un occhio vero per mia figlia, ma le grazie divine arrivano sempre da dove meno te le aspetti! Mia figlia cominciava ad accettare le pròtesi e a riprendersi la vita, con momenti, alternati, di paura e di rassegnazione. Intanto, anche dal Cielo, la nostra Maria Tartaglino, mi aiutava a vivere, dandomi, nello sconforto, la forza necessaria per avere fede e fiducia in Dio. Il 28 ottobre 2010, mia figlia è sottoposta, a Milano, all'ennesimo intervento di blefaroplastica: al momento del risveglio, il dolore al viso diventa insopportabile, maggiore di tutte le altre volte! Non ne poteva più e me lo dice: io, che pregavo continuamente, le rispondo, quasi inconsciamente, che questa volta andrà meglio. Poi, mia figlia si addormenta e riposa tranquillamente per alcune ore. Verso le 16, 30 arriva il Professore e lei si sveglia, dicendo di non sentire più nessun dolore... e la cosa continua ancora oggi, a quattro anni di distanza! Nessuno si accorge che mia figlia ha un occhio finto: ci vede benissimo e non ci sono più dolori! Cercavo un occhio vero, ma ho ritrovato un vero amore: la fede che è forza e preghiera! Grazie, Maria Tartaglino!

Asti (AT), 19/03/1954 Q.T.
"Il Signor E. M., abitante in Asti, di mestiere decoratore, il giorno 18 maggio 1950, festa dell'Ascensione, in un incidente motociclistico, successo sulla strada Asti-Quarto, in prossimità del passaggio a livello della ferrovia Asti-Casale, riportò la frattura scomposta e complicata del femore destro, del ginocchio e della tibia. Trasportato all'Ospedale di Asti e visitato dagli specialisti ortopedici, fu giudicato un caso molto grave, tanto da far ritenere necessaria l'amputazione della gamba: per di più, era comparsa una febbre assai elevata! I familiari, padre, moglie e cognata, rimasero molto impressionati e addolorati, ma, soprattutto, preoccupati, se una tale amputazione avesse dovuto effettivamente aver luogo. Anche l'infermo si trovava in un angoscioso stato d'animo, poiché vedeva pendere sopra di sé il gravissimo pericolo di diventare inabile al suo lavoro. Quattro giorni dopo, la cognata riferì questi timori ad una sua amica, la quale la esortò a confidare e a ricorrere a Maria Tartaglino, iniziando, subito, una Novena, onde impetrarne l'intercessione: nel medesimo tempo, l'amica le diede un'immagine fotografica della Maria, dicendole di applicarla sulla parte del corpo infortunata. La moglie provvide a fare ciò e l'infermo cominciò a pregare e ad elevare suppliche alla Tartaglino; nella notte, egli sognò di essere nel suo laboratorio e di faticare assai per aprire delle scatole di colori, quando, all'improvviso, gli apparve la Tartaglino che gli disse: "NON DUBITARE! TI AIUTO IO", Al mattino seguente, all'Ospedale, i medici iniziarono a sfasciare l'arto fratturato e, tra le fasce, rinvennero la fotografia; ma quale fu la meraviglia quando constatarono il netto miglioramento della situazione, sia locale che generale? La febbre era scomparsa e venne, pertanto, esclusa la necessità di procedere all'amputazione: tutto questo accadeva mentre la cognata del suddetto era andata al Cimitero a pregare sulla tomba di Maria Tartaglino! Il Signor E.M., intanto, venne sottoposto ad un intervento chirurgico di semplice riduzione della frattura, frattura da cui guarì in modo completo, recuperando in pieno l'uso della gamba. Tutto questo per dimostrare quanto grande, valida e potente sia l'intercessione di Maria Tartaglino presso Dio, a favore di coloro che la invocano!".

Alessandria (AL), 08/12/1952 M.O.
"Da molti anni soffrivo di emorroidi, ma, specialmente, dal 1943, il mio male andò accentuandosi in modo molto grave, per cui, alle iniziali perdite di sangue, ne successero altre, più frequenti e molto abbondanti. Fui curata a lungo, senza esito alcuno, da numerosi specialisti: poi, nel 1947, il mio male si aggravò notevolmente, accompagnato, non solo, da maggiori perdite di sangue, ma anche, da forti febbri, con pericolo di infezioni. Mi venne, allora, detto che era necessaria l'operazione chirurgica e che non si potevano fare altre cure. Mi raccomandai caldamente a Maria Tartaglino, non tanto per la mia guarigione, quanto, soprattutto, sulla decisione che avrei dovuto prendere: nel giro di pochi giorni, in modo del tutto naturale, quanto inspiegabile con l'umano raziocinio, constatai una diminuzione del mio male, e tanto rapidamente, che, nel giro di 72 ore, esso mi scomparve completamente, senza reliquati o altri disturbi. Oggi, a cinque anni di distanza, sono definitivamente guarita!".

Asti (AT), 15/10/1951
"Il giorno primo settembre 1951, al mattino, uscii dalla casa dei Signori, dove faccio la domestica, per recarmi nella chiesa di San Secondo, a sentire la Messa in suffragio della cara Maria Tartaglino, essendo, tal giorno, il settimo Anniversario della sua morte. Terminata la Messa, andai a fare le solite provviste giornaliere per la cucina. Rientrata a casa, depositai la borsa sul tavolo della cucina; poi, verso le ore 11, nel togliere da essa la merce acquistata, con dolorosa sorpresa, constatai che vi mancava il portafoglio, contenente ancora la somma, avanzata dalla spesa, di circa 5000 Lire. Fatte, subito, delle minuziose ricerche, non riuscii a rinvenirlo...! Ritornai sui miei passi e andai, persino, all'ultimo negozio di spesa, quello della lattaia, ripercorrendo e perlustrando, attentamente, la strada già fatta, ma nulla riuscii a rintracciare, né seppi più orientarmi. Tornando a casa, prima di entrare ancora nel giardino, sul cancello di ingresso, tutta addolorata, invocai Maria Tartaglino, dicendo: 

"MARIA, STAMANE SONO ANDATA A MESSA PER TE: HO PURE FATTO UN'OPERA BUONA CON L'AIUTARE UNA POVERA VECCHIETTA A PORTARE IL SUO PESANTE FAGOTTO DELLA SPESA, E TU MI DAI QUESTO DOLORE, CHE MI LASCIA COSI' SCONCERTATA E MORTIFICATA DAVANTI AI MIEI PADRONI, PER LA SOMMA SMARRITA?".


Appena pronunciate queste parole, si affacciò alla mia mente un dubbio: che fosse stato il cane Gepa portar via dalla borsa il portafoglio, perché mi risovvenni che, vuotando io la borsa, l'avevo visto scappare dalla cucina, con qualcosa in bocca. Immediatamente feci ricerche nel giardino, e, qui, sotto un cespuglio di mirto, ritrovai il portafoglio, mezzo sotterrato, però senza lacerazioni, e con dentro la somma avanzata dalla spesa. Ringraziai, allora, il Signore della grazia concessami per intercessione di Maria Tartaglino".

Asti (AT), 16/10/1950 A.G.
"Il 20 giugno 1950, io cercavo, fra gli incartamenti e i documenti relativi al mio negozio di tessuti, una quietanza di circa Lire 100.000, riguardante tasse già pagate fin dal 1945: debbo confessare che, tale fattura, mi era sommamente necessaria per rivendicare il rimborso parziale della cifra suddetta, almeno di un 50.000 Lire. L'Ufficio Tasse del Comune di Asti, non solo si rifiutava di fare il controllo, sui suoi registri, del pagamento, da me già effettuato, ma, anzi, per di più, se, a dimostrazione della tassa già pagata, io non avessi esibito la quietanza di cui sopra, minacciava di farmi pagare, una seconda volta, tutta intera, la tassa in parola. Per quante ricerche io avessi fatto nel giorno suddetto, fra i miei documenti, non potei rintracciare quello desiderato: sembrava essersi volatilizzato nel nulla!!! Allora, mi rivolsi con fiducia a Maria Tartaglino, pregandola di intervenire in mio aiuto, poiché mi sentivo l'acqua alla gola.
Ed ecco che, poco dopo, essendomi messo ad esaminare un pacco di carte, racchiudente fogli di spedizioni e di ricevute, fattemi da corrieri, subito saltò fuori, fra di esse, la quietanza, invano, prima tanto cercata. Grato a Maria Tartaglino per la grazia prontamente concessami, elevo lodi a Dio!".

Asti (AT), 22/01/1950 R.G.D.
"Nella primavera del 1937, mio figlio G. A. D. fu colpito da una grave forma di broncopolmonite, senza apparente possibilità di guarigione. Io, la mamma, ero, naturalmente, preoccupatissima e, poiché ero una grande conoscente ed amica di Maria Tartaglino, corsi subito da lei ...!. Maria si dimostrò anche lei preoccupata e addolorata: promise, però, uno speciale interessamento. Da quel momento, mio figlio andò sempre più migliorando, fino a guarirne completamente: Maria, poi, ci disse che il Signore voleva prendersi quell'anima, ma, grazie alla sua intercessione e ai suoi scongiuri, era riuscita ad ottenerne la revoca".

Rocchetta Tanaro (AT), 06/01/1950 Q.T.
"Il 20 dicembre 1951, mi sentii ammalata gravemente di una sinusite acuta, tanto che il mio viso, in pochi istanti, si deformò. Chiamato il medico, subito mi ordinò una cura a base di penicillina: ma sembrava del tutto vana questa cura, poiché il male sempre si aggravava.

Allora, i medici mi consigliarono di farmi ricoverare all’Ospedale, per essere sottoposta all'operazione, in quanto esisteva il pericolo di una meningite.

Purtroppo, all’Ospedale, gli specialisti, visitatami, trovarono il caso gravissimo, sconsigliarono l'intervento e mi rimandarono a casa: ero tutta gonfia, nella gola e nel naso, non riuscivo a respirare e non potevo quasi parlare, anche perché il sangue e il pus, che uscivano abbondantemente, provocavano un forte vomito. Avevo perduto ogni speranza di guarigione: dietro consiglio di una mia conoscente, la Sig.C. A., mi affidai, con fervorosa fiducia, a Maria Tartaglino, applicandomi, anche alla testa, una sua reliquia, e promettendo di far dire una Santa Messa in suo onore se mi otteneva la grazia della guarigione.
Incominciai una Novena e, dopo qualche giorno, io mi sentii meglio e il male, progressivamente, diminuì. Tornai all'Ospedale per farmi visitare e i medici, con grande loro meraviglia, mi trovarono guarita completamente e, soprattutto, senza più necessità di intervento chirurgico".

Asti (AT), 10/10/1949 S.E.
"Io mi trovavo, da circa 22 anni, affetto da una fastidiosa ernia inguinale, per cui era necessario che portassi il cinto erniario, almeno di giorno. Vi garantisco che, ogni volta che mi veniva da tossire, da sternutire, o se facevo qualche piccolo sforzo, mi doleva ed ero costretto a mettermi, istintivamente, la mano su di essa, per comprimerla e per attutirne il dolore. A volte, mi usciva fuori lo stesso, ma, poi, nella notte, rientrava. Da qualche giorno, però, il male stava aumentando, finché, nella notte fra l' 11 e il 12 dicembre 1945, l'ernia mi uscì fuori, causandomi un grande dolore, e a nulla valsero i tentativi per farla rientrare. Al mattino, chiamai un medico, , che abitava nello stesso mio palazzo: egli intuì subito la gravità della situazione e mi consigliò l'operazione chirurgica urgente, poiché l'ernia si stava strozzando. Un altro medico, chiamato al mio capezzale, confermò la diagnosi del primo e, anzi, entrambi fissarono la data dell'operazione stessa, di comune accordo. Il giorno 14, io mi raccomandai vivamente a Maria Tartaglino, affinché intervenisse in mio favore; il giorno seguente, il 15, al mio risveglio, con grande stupore, notai che l'ernia era completamente rientrata e non avevo più dolori, né fastidi di sorta. Allora, mi alzai e mi feci visitare dai medici, i quali, a loro volta, constatarono la guarigione, per loro inspiegabile: io, addirittura, mi recai al lavoro, come se niente fosse! A distanza di ormai quattro anni, l'ernia, non solo non venne più fuori, ma sparì del tutto e non la vidi più!".

Torino (TO),  27/07/1949 FAM. C.
"Il giorno 13 gennaio 1949, nella nostra abitazione di Torino, e, più precisamente, nello studio, verso le ore 21, 30, notammo, attraverso uno spiraglio della porta d'ingresso, non ben chiusa, un principio di incendio, che avrebbe potuto essere molto pericoloso e disastroso. Sul tavolo grande e, in particolare, nel cassetto di sinistra, stavano rinchiuse carte e corrispondenze varie: qui, appunto, si era appiccato il fuoco, che, poi, andò lentamente estendendosi, cagionato dall'estrema imprudenza di un fumatore, che era stato lì poco tempo prima. Quando ce ne accorgemmo, si vedevano già, con grande spavento, le fiamme ardenti alzarsi vorticose per circa 50 centimetri: demmo l'allarme e tutti accorsero, provvedendo a spegnere il fuoco. Se non fosse stato notato in tempo, l'incendio avrebbe potuto recare gravi danni, perché, con tutta facilità e probabilità, si sarebbe appiccato alla attigua biblioteca e ai vari mobili di arredamento che vi erano nella sala, con pericolo di propagarsi agli ambienti sovrastanti e circostanti. Da principio, il fuoco si era appiccato al cassetto di sinistra del tavolo, ov'erano molte carte, che andarono distrutte, poi, si era esteso al piano del tavolo stesso, aprendosi due varchi all'esterno, di forma ovale, bruciando, anche, la stessa intelaiatura del cassetto e la guida di sostegno. Nel cassetto di destra vi erano documenti del massimo interesse per la nostra famiglia, ma questo, con stupore, venne interamente rispettato dal fuoco. Sul tavolo, in corrispondenza del cassetto bruciato, vi era una cartella, rivestita di cuoio, che fu, in massima parte, rispettata. Qualche giorno dopo, esaminando questa cartella e le carte entro contenute, con grande meraviglia. fu rinvenuto il ricordino funebre, intatto, di Maria Tartaglino: fu come un lampo! Ci accorgemmo che era stata lei a far scoprire in tempo l'incendio ed a circoscriverlo senza gravi conseguenze. Grati, quindi, a Maria Tartaglino, in eterno!".

Asti (AT), 04/05/1949 F.M.
"Mio figlio G., all' età di 12 anni, fu colpito da grave malattia al cuore, che i dottori qualificavano per cardite reumatica, per cui questo viscere ingrossava sproporzionatamente, producendogli molti disturbi. Il male andava sempre più peggiorando, al punto che mio figlio dovette poi sospendere la frequenza scolastica. Fu visitato sia da medici astigiani che torinesi: uno di costoro, l'ultima volta che visitò mio figlio, presami in disparte, mi disse, apertamente e schiettamente, ch' egli non sarebbe più guarito, che non c' era più niente da fare e che avrebbe potuto guarire solo per l'intercessione divina. Avendo manifestato il mio dolore e la mia preoccupazione alla Signora C.O., essa mi esortò a confidare e a ricorrere alla Maria Tartaglino, allora ancora vivente. Poiché io non conoscevo questa persona e non osavo avvicinarla, la Signora C. O. si prese lei l'incarico di parlargliene: recatasi nell' Ospizio di Santa Chiara, verso la fine del marzo 1943, ed avvicinatala, le espose il caso. La Tartaglino le diede parole di speranza, consigliò di continuare a pregare e chiese di farle avere una maglia indossata da mio figlio. Circa 15 giorni dopo, io portai a detta Signora la maglia: ella, a sua volta la portò alla Tartaglino, la quale, dopo averla tenuta un po’ nelle sue mani, vi applicò, con una spilla, un cuoricino di Gesù, dipinto su stoffa, contenente la nota invocazione: "Fermati! Il Cuore di Gesù è con me!". Quindi, inviò detta Signora a farla benedire da Don Mario Martino. In seguito, la maglia mi fu riconsegnata ed io la feci indossare a mio figlio per cinque giorni consecutivi. Da allora egli andò sempre, lentamente, migliorando, pur senza prendere medicine; in capo ad un anno guarì completamente ed il cuore si ridusse alle proporzioni normali, come fu, poi, anche constatato dai dottori, con loro grande stupore. E fu ritenuto tanto guarito e in buon stato psicofisico, che, il 26 agosto 1947, venne dichiarato abile alla visita di leva".

Sampierdarena (G.E.) 01/05/1949 A. G.
"Dall' età di 16 ani, cominciai ad avere degli attacchi epilettici, i quali andarono, poi, sempre aumentando, fino a raggiungere il numero di 13 all' anno. Fui visitata da molti Professori Specialisti di Genova, di Sampierdarena e anche da uno di Molare, ma a nulla giovarono le medicine e le cure da essi ordinatemi; mi dissero, anzi, che non c'era alcuna speranza di guarigione e mi sconsigliarono, persino, il matrimonio. Ricorsi, pure, ai rimedi soprannaturali, recandomi al Santuario di Nostra Signora della Guardia, sul Monte Figogna, presso Genova, e a quello di N.S. delle Rocche, presso Molare, a piedi scalzi. Inoltre, soventissimo, io supplicavo, con le lacrime agli occhi e con l’angoscia nel cuore, Gesù, la Beata Vergine e vari Santi, senza contare le preghiere quotidiane che loro rivolgevo durante la Santa. Messa, nella Santa Comunione e nella visita giornaliera alle Chiese. Ma, sempre, sentivo dentro di me una certa contrarietà interna e una sensazione che non avrei ottenuta la guarigione. Verso la fine del 1946, una mia compaesana mi parlò di Maria Tartaglino e mi diede, anche, un suo ricordino funebre: allora, il mio cuore si aprì alla speranza e iniziai ad invocarla. Nell’aprile 1947, una sera, verso le ore 21, mentre stavo già a letto e ripetevo le solite invocazioni alla Medesima, davanti alla sua immagine nel ricordino funebre, mi sentii maggiormente spinta alla fiducia, poiché mi sembrò di vedermela dinanzi come se fosse viva, ma non nel modo come era rappresentata nel ricordino, bensì seduta contro i guanciali, come seppi, in seguito, che la stessa si trovava realmente quando era ancora in vita. Il suo sguardo era rivolto verso di me e mi diceva di stare tranquilla, che sarei guarita: e, con il cenno del capo e della mano, mi dava ripetute assicurazioni. Tale visione mi restò vivamente impressa nella mente e mi accompagnò, sempre, da allora in poi.

Quell’estate feci un altro pellegrinaggio alla Madonna delle Rocche e, avendo nuovamente pregato la Vergine per la mia guarigione, mi parve, allora, che Ella avesse al suo fianco Maria Tartaglino e che mi facesse cenno affermativo col capo, mentre le altre volte mi pareva che si mostrasse contraria. Da allora io non ebbi più alcun attacco del male e, oggi, a 2 anni di distanza, senza ricadute, io mi ritengo definitivamente guarita e ciò è da attribuirsi unicamente alla intercessione della Tartaglino".

Asti (AT), 19/03/1949 D. P.
"La Sig.ra D.G., dall'estate del 1934, cominciò a soffrire di abbondanti e frequenti perdite di sangue, dovute ad un fibroma uterino, come fu poi constatato, l'anno seguente, da un Professore Ginecologo di Asti. Costui, dando alla Signora un consiglio come di amico, le suggerì, ripetutamente, l'intervento chirurgico, quale unica strada per ottenere la guarigione. Rincrescendo sommamente alla Signora sottoporsi all'operazione, pensò di ricorrere a Maria Tartaglino, che conosceva fino dal novembre 1935, per sentire cosa ella le consigliasse. Si recò, perciò, da lei, esponendole il caso e la Tartaglino, senz'altro, la esortò a non farsi operare, dicendole che avrebbe provveduto il Signore a far cessare il male, che si sarebbe, poi, esaurito da sé, e che tutta la famiglia ricorresse alla preghiera, assicurando, infine, che avrebbe pregato essa pure. La Signora mise in pratica il suo consiglio! Il male, lentamente, andò, poi, diminuendo e cessarono completamente le emorragie. Parecchi anni dopo, essendo la stessa Signora sottoposta a vari esami clinici per altri motivi, i medici che l'ebbero in cura, non riscontrarono più traccia alcuna di quel fibroma".

Asti (AT), 24/10/1948 B. F. (1)
"La Tartaglino, più volte, mi aveva detto che, in caso di incursioni aeree, non mi muovessi dalla mia abitazione, situata nei pressi della Stazione di Asti, con, annesso, un negozio di frutta e verdura, assicurandomi che il Signore mi avrebbe protetto. Io, però, credendo di mettermi meglio al sicuro col discostarmi un po' dalla linea ferroviaria, oggetto di frequenti bombardamenti e mitragliamenti, da qualche tempo, andavo a dormire, con mia figlia, nelle vicine case dei Ferrovieri. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio 1945, in cui vi fu la grave incursione aerea che fece 22 morti e numerosi feriti in quella zona, io mi sentivo alquanto agitata, non conoscendone il motivo; memore della raccomandazione della Tartaglino, non volevo allontanarmi dal mio negozio, e dicevo a mia figlia. "SE AVESSIMO UN LETTO QUI, DORMIREMMO SUL POSTO!". Ma, purtroppo, il letto non c'era e, pertanto, seppur a malincuore, andammo, lo stesso, nelle case dei Ferrovieri, dove, verso le ore 22, ci coricammo. Mia figlia si addormentò subito, ma io non potei chiudere occhio. Verso le ore 23, mentre ero sveglia e al buio, ebbi una visione e mi apparve dinanzi, sospesa in aria e illuminata da viva luce, la Tartaglino, tutta vestita di bianco, con una giovane figura un po' sotto di sé (io potevo solo vederne la testa, riccioluta e di bell'aspetto), somigliantissima ad un angelo.

La Tartaglino piangeva e faceva segno alla figura di guardare in giù, verso me e mia figlia, come per indicargli di volerci proteggere. In quel momento, sentii il rombo degli aerei, quasi a volo radente, e pensai fra me: “SE NON CI FOSSE ADESSO IL COPRIFUOCO, SCAPPEREI SUBITO DI QUI...!". Intanto, gli aerei fecero tre giri e scaricarono i loro ordigni micidiali; a soli 10 metri dalla casa dove stavamo noi, caddero due bombe, così come altre caddero sulle case vicine! 

Quello che più è sorprendente è che, nel mio negozio di frutta e verdura, non successe nulla, rimase incolume, di modo che, se noi fossimo rimaste là, secondo quanto mi aveva raccomandato la Tartaglino, saremmo state, ugualmente, salve. 

Comunque, anche in questo alloggio provvisorio, per l'intervento di Maria Tartaglino, manifestatasi in visione a me, rimanemmo incolumi, nonostante che, sul tetto, per lo scoppio di un ordigno e il conseguente spostamento di aria, fosse stato lanciato un grosso scalino di pietra, proprio sopra il punto dove noi dormivamo.

Se avesse mai sfondato il tetto, col suo peso, ci avrebbe sicuramente schiacciate!!".

Asti (AT), 24/10/1948 B.F. (2)
"A mia figlia, di anni 12, mentre frequentava le Scuole Magistrali Inferiori, nel novembre del 1938, si manifestarono degli ascessi nell'interno della gola, con vistosa tumefazione delle tonsille; inoltre, quegli ascessi, se venivano incisi o fatti scoppiare, dopo 10, o, anche, 15 giorni, sparivano, per essere, però, sostituiti, prontamente, da altri.

Tutto ciò durò sino al marzo 1939. La ragazza era, nel frattempo, molto deperita e, sovente, aveva la febbre; i medici consigliavano l'asportazione delle tonsille, le quali si erano così tanto ingrossate che, quasi, le chiudevano la gola, impedendole una normale respirazione. E, come se non bastasse, comparvero, anche, disturbi cardiaci. Allora, portai mia figlia dalla Tartaglino e le esponemmo il nostro caso: ella le toccò la gola, dicendole di non farsi operare.

Il male scomparve rapidamente! 

Infatti, dopo due giorni, non ebbe più alcun sintomo, né si formarono altri ascessi e il mal di gola non si fece più sentire. Da quel momento, la sua salute rifiorì ed ora, a distanza di circa nove anni, si trova in perfetto benessere".

Asti (AT), 24/10/1948 B.F. (3)
"La mia persona di servizio, di anni 27, nell'estate del 1941, contrasse una forma erpetica, nota come il Fuoco di Sant’Antonio, e, in rapida successione, comparve, pure, un fastidioso ed antiestetico eczema al viso e al collo. Tutto il viso, infatti, era deturpato e la pelle era arrossata e bitorzoluta.

Le medicine, che venivano prescritte regolarmente dai vari medici ai quali si rivolgeva, non portavano ad alcun giovamento; allora, io mi decisi a portarla da Maria Tartaglino!

Costei la toccò in tutte le zone malate, più volte. Il male scomparve rapidamente e la donna ottenne, così, una guarigione completa".

Asti (AT), 20/08/1948 Q.G. (1)
"Mi trovavo, da circa tre anni, a lavorare, in qualità di Impiegata Comunale, nell’ Ufficio Annonario di Rocchetta Tanaro: nel mese di marzo del 1944, ero stata accusata di aver denunciato, presso l'Autorità Fascista, un giovane del paese che, nel successivo mese di dicembre, venne inviato in un campo di concentramento a Bolzano. Tutti attribuivano tale provvedimento alla mia denunzia, ma io ero, e sono sempre stata, completamente innocente! Finita la guerra e venuta la Liberazione, il giorno 20 maggio 1945, alcuni giovani del paese, armati, vennero a cercarmi a casa, ma, non avendomi trovata, andarono in una cascina vicina, abitata da miei amici. Io non ero nemmeno qua, ma, nel ritorno, mi incontrarono per strada e, in malo modo, mi chiesero di seguirli nella casa del giovane deportato nel campo di concentramento (costui, nel frattempo, era ritornato, ma assai più malato di quando era partito). Quivi giunti, mi accusarono apertamente, minacciandomi di morte, senza darmi alcuna possibilità di difendermi: anzi, avevano già deciso di impiccarmi ad un albero, prospiciente la casa stessa. A questa scena erano presenti mia sorella ed una mia amica, accorse per tentare la mia difesa e il mio salvataggio, e, intanto, invocavano, segretamente ed insistentemente, Maria Tartaglino che intervenisse in mio soccorso. La mia amica, poi, visto l'aggravarsi della situazione, corse a casa sua per chiamare in aiuto il marito e i figli. E qui si vide manifesto l'intervento della Tartaglino: infatti, i più forsennati pensarono bene di desistere dai loro propositi più biechi, recandosi a pranzo (erano, circa, le 13, 30), mentre quelli rimasti si mitigarono alquanto, accontentandosi di tagliarmi i capelli e lasciandomi in pace. E la protezione della Maria continuò ancora in seguito, poiché, pur volendo i miei accusatori farmi arrestare e mandare in carcere, non vi riuscirono".

Asti (AT), 20/08/1948 O.F. e A.G. (2)
"Da tre anni, noi possedevamo un bell'esemplare di cane da caccia, di razza "spinone rovano", al quale siamo molto affezionati, per le sue belle qualità. Il giorno 6 maggio 1947, essendo stato inavvertitamente socchiuso il cancello del giardino, il cane, verso le ore 15, se ne fuggì. Appena notata la sua assenza, facemmo subito stampare un avviso che venne affisso in vari punti della città, con i connotati precisi dell'animale, promettendo una mancia competente a chi lo avesse ritrovato e consegnato. Spontaneamente, io mi rivolsi a Maria Tartaglino, promettendole una Messa se fosse riuscita a farmi ritrovare il cane. Per tutto quel giorno e per il seguente non si seppe nulla, e mio marito aveva ormai quasi del tutto perso la speranza di recuperarlo; ma la Maria vegliava sulla sorte del fido animale, in quanto, quando era ancora in vita, gli era stata anch'essa affezionata...! Infatti, il giorno 8 maggio, vedemmo giungere, nel nostro negozio, verso le 10, un milite della Polizia Ferroviaria con il cane al guinzaglio. Ci narrò, poi, il modo in cui poté recuperare la bestia, consegnandoci una relazione scritta su foglio apposito: mentre costui stava osservando i passeggeri che salivano sui treni alla Stazione di Asti, vide un signore, in partenza per Torino, con il nostro cane. Dopo aver constatato che era quello smarrito e ricercato, fermò l'uomo e gli sequestrò l'animale: quindi, ce lo riportò".

Asti (AT), 19/08/1948 F.O.A. (1)
"La mattina del 25 marzo 1948, verso le ore 8, 30, mentre il Sacerdote Don Mario Martino mi recava a domicilio la Santa Comunione, trovandomi io, allora, ammalata, il medesimo, pregato da me e da mio marito, passò, prima, nel nostro negozio di tessuti e fece il giro di esso, dando la Benedizione a tutti i presenti. Intorno alle ore 11, nel suddetto negozio, avvenne questo fatto: una donna, esaminando della stoffa che diceva di voler acquistare, destramente, sottrasse un taglio di gabardine, del valore di circa 20.000 lire, senza che nessuno se ne accorgesse. Poco tempo dopo, constatato l'ammanco, si cominciò a far congetture sul presunto ladro, e i sospetti finirono per cadere su quella donna. Venne, anche, avvisata la Questura, la quale, subito, inviò sul posto un agente per le indagini. Costui, poi, insieme a mio figlio, che si ricordava della donna sospetta, uscì dal negozio per andare alla ricerca di quest'ultima: riuscirono, infine, a trovarla, mentre vagava per la strada, priva, però, della refurtiva. Senza disturbarla e senza farsi riconoscere, la pedinarono e, dopo una paziente attesa, la videro uscire, da un altro negozio, con la bicicletta e un pacco sotto il braccio: a questo punto, la fermarono e scoprirono la refurtiva. Colta in flagrante, venne arrestata e condotta in prigione: ma, in seguito alle preghiere e agli scongiuri della mamma di costei, noi ci adoperammo per farla rilasciare, senza grossi danni. Noi ci eravamo subito rivolti all'intercessione di Maria Tartaglino, non appena scoperto il furto e attribuiamo a Lei la felice conclusione di quell'episodio!".

Asti (AT), 19/08/1948 O.F. e Q.R. (2)
"Una certa G. R., lavorando come commessa in un noto negozio di Asti, si era lasciata andare a furti, continuati e reiterati, di oggetti vari, come cinture, borse, ecc., per un valore complessivo di circa Lire 80.000. Scoperta, venne denunciata, arrestata e condotta in carcere: qua, fu notata da me e da mio marito. Questa donna era in grande ansia per la paura di gravi conseguenze che avrebbero potuto derivarne, ed anche per la brutta figura fatta. Non riusciva a prendere cibo di sorta, e ciò per otto giorni di seguito! A noi, ella vivamente si raccomandò, perché ci interponessimo presso le Autorità competenti e presso il padrone derubato, affinché le fossero diminuite o mitigate le conseguenze del suo furto.
Noi, intanto, le suggerimmo di raccomandarsi a Maria Tartaglino e la raccomandammo noi, pure, a nostra volta. Quindi, facemmo vari passi presso chi poteva influire, e, fra l'altro, ottenemmo dal padrone che perdonasse il danno. Ottenne, così, la libertà provvisoria, dopo soli 11 giorni di carcere: doveva, anche, essere celebrato il processo il 29 gennaio 1948, ma, dietro il nostro intervento e per il fatto che era madre di una bambina di pochi mesi, venne rimandato. Fu, poi, tenuto il giorno 8 aprile 1948: la donna venne condannata a soli 6 mesi di reclusione e 500 lire di multa, col beneficio della condizionale, e la non iscrizione nel casellario giudiziale, godendo, inoltre, dell'amnistia concessa dalla Repubblica in quei tempi. Detta commessa può, perciò, essere ben grata alla Tartaglino per essersela cavata così a buon mercato, se si pensa a quello che poteva toccarle per la sua azione criminosa".

Lattarico (CS), 18/08/1948 A.P. (1) 
"La mia bambina, di anni 3, nel mese di settembre del 1946, fu colpita da febbre malarica e il suo stato di salute andò, progressivamente, aggravandosi. Quindi, sopraggiunsero le convulsioni, in forma così pericolosa che il medico curante diceva non esserci più nulla da fare: la bambina era spacciata! Io rimasi costernata e come istupidita, non sapendo che fare: intervenne, per fortuna, una mia conoscente, la quale mi parlò di Maria Tartaglino e mi diede una immaginetta di costei. Subito, io mi sentii ispirata ad invocarla a favore della mia bambina e, intanto, accesi una lampada in suo onore. Da quel preciso istante, le convulsioni cominciarono a placarsi e, il giorno seguente, mia figlia fu fuori pericolo. Riconoscente per questa grazia, prontamente concessami per intercessione della Tartaglino, elevo lodi a Dio".

Lattarico (CS), 10/08/1948 A.P. (2)
"Un mio nipote, di anni 24, all'inizio del mese di febbraio 1947, era stato dichiarato affetto da tubercolosi, senza più probabilità di guarigione, e gli era, pure, stato consigliato di farsi ricoverare in un sanatorio, ma i suoi genitori, prima di effettuare tale cosa, pensarono di portarlo all'Ospedale di Cosenza, in osservazione, sperando, col tempo, di ricoverarlo ivi, in modo fisso. La Direzione, però, si rifiutò di accoglierlo come fisso: accondiscese solo a tenerlo provvisoriamente per alcuni giorni. Nel frattempo, lo raccomandai vivamente a Maria Tartaglino, accendendo una lampadina davanti alla sua immagine. Dopo circa 5-6 giorni di degenza in quell'Ospedale, mio nipote venne operato alla spalla destra, gli tolsero una costola e gli estrassero del liquido pleurico: fatti, poi, gli esami del caso, con sorpresa, venne constatato che la tubercolosi era scomparsa!".

Gassino Torinese (TO), 05/04/1948 G.E.
"Verso la fine del 1947, la mia famiglia ed io, trovandoci in preda ad una indescrivibile afflizione per il comportamento oltremodo aggressivo ed insidioso dei nostri mezzadri, tanto da farci ammalare e renderci la vita impossibile, ci rivolgemmo, con viva fede, a Maria Tartaglino, onde ottenere, dal Santo Crocifisso di Asti, la grazia, quasi irrealizzabile, essendo già passato San Martino ed essendo prossimi all'inverno, di poter allontanare, dalla nostra cascina, al più presto, e in debito modo, quei mezzadri. Ma, cosa mirabile, dopo pochi giorni, spontaneamente i mezzadri, a noi nocivi, si licenziarono, dichiarandosi disposti ad andarsene via anche subito! In capo ad un mese circa, noi riuscimmo a sostituirli con una famiglia esemplare, cristiana, composta da cinque persone adulte, proveniente dal Padovano: e occorre dire anche che costoro supplicavano, da tempo, il loro Sant’ Antonio per potersi allogare convenientemente altrove, poiché, sul posto, erano troppo numerosi...! Grazie, Santo Crocifisso di Asti, che, nelle nostre pene, fastidi e travagli, per mezzo di Maria Tartaglino, vittima di espiazione, ci hai confortati ed esauditi!".

Pegli (GE), 08/01/1948 B.G.  VEDI INDICE - INVERTITI
"Verso la metà del dicembre 1947, mio genero, dimorante a Pegli, si mise a letto con febbre e dolori. Visto che la febbre continuava a salire, fu chiamato a domicilio il medico, il quale disse trattarsi di una forma influenzale acuta e prescrisse le medicine del caso. Ma, dopo due giorni, la febbre salì a 40 gradi (centigradi) e tale restò per due giorni e una notte: il dottore, allora, diagnosticò un focolaio bronco-polmonare. Noi eravamo molto preoccupati, in quanto il malato era debole di cuore: a questo punto, io mi rivolsi con fede viva a Maria Tartaglino e scrissi ad Asti, a Don Mario Martino, affinché celebrasse una Messa e facesse preghiere. Subito la febbre, miracolosamente, scomparve, senza bisogno di altre cure e mio genero si rimise abbastanza presto! Ora sta bene e non ha più nemmeno i dolori reumatici di cui, prima, soffriva. Siano rese grazie alla cara Maria Tartaglino, che, per sua intercessione presso il suo Santo Crocifisso, ci ottenne un tale miracolo!".

Alessandria (AL), 30/11/1947 M.M.O.
"In seguito ad un'operazione chirurgica di colecistectomia, subìta nel 1927, si erano formate delle gravi aderenze attorno al mio stomaco e ai visceri circostanti, provocandomi la chiusura del dotto cistico. Poi, per cercare di riaprirlo, fu necessario un secondo intervento, nel 1934; a questo punto, si crearono altre aderenze, le quali peggiorarono la situazione gastrica, provocando forti contrazioni del viscere, con un fastidiosissimo bruciore, ribelle a qualsiasi medicina. Nel 1940, venni in Asti e andai a trovare Maria Tartaglino, mentre ero in tali sofferenze: con lei non parlai assolutamente del mio male, ma discutemmo di altre cose... io tenevo la mia mano nella sua mano sinistra, e mi accorsi che ella, quasi inavvertitamente, e come di nascosto, credendo, forse, che io non vedessi, con l'indice della destra, stava toccandomi e massaggiandomi la regione epigastrica. Seppi, in seguito, che, il dito, era quello che toccò il sangue sgorgato dal Crocifisso Miracoloso e per il cui contatto, Gesù le aveva promesso di operare prodigi!! Io, lì per lì, non feci caso a quel fatto, ma, da allora in poi, il dolore sparì, come d'incanto, e non ebbi più alcun disturbo di sorta".


Cassinelle (AL), 25/11/1947 B.F.
"Una mia amica, nel febbraio 1945, si trovava in una situazione difficilissima per un parto complicato: soffriva terribilmente e gemeva, tanto che il medico, che la seguiva, dichiarò necessario il suo trasporto all'Ospedale. Io, rimasta impressionata dalle condizioni della paziente, così critiche, mi recai a casa a prendere l'immagine di Mari a Tartaglino e la invocai con fervore, affinché aiutasse quella poverina. Dopo brevissimo tempo, nell'abitazione della mia amica, io sentii grida di gioia, poiché era, felicemente, nato un bel bambino senza intervento chirurgico. Tanto io, quanto la famiglia della partoriente, riteniamo che vi sia stato, in questo caso, l'intercessione, manifesta, della Tartaglino!".

Cassinelle, 25/11/1947 B.F. (1)
"Un mio cognato, nel mese di aprile del 1946, ricoverato all'Ospedale di Acqui, aveva subìto una operazione complessa di asportazione di calcoli renali. Dimesso, rimase, per circa sei o sette mesi, tutto gonfio, edematoso, con perdita continua di urina. Non potendo più andare avanti in queste condizioni, dietro il consiglio di un amico, si recò all'Ospedale di Genova, dove un noto specialista urologo lo operò per ben cinque volte, nel mese di ottobre dello stesso anno, asportandogli 100 grammi di calcoli e facendogli pure la plastica ricostruttiva. Ma la situazione restò molto grave, data, anche, l'età del paziente: 66 anni. Allora, io lo raccomandai vivamente a Maria Tartaglino, ed egli, dopo circa tre mesi di degenza ospedaliera, tornò a casa completamente guarito. A distanza di un anno, adesso, gode di ottima salute!". 


Cassinelle (AL), 25/11/1947 B.F.
"Mio marito, nel mese di gennaio del 1935, ebbe una gravissima forma di polmonite e le sue condizioni si fecero subito critiche. Io ero preoccupatissima, ma mi raccomandai, con fiducia e con insistenza, a Maria Tartaglino. In brevissimo tempo, mio marito superò la crisi e guarì, lo stesso medico, che lo curava, rimase meravigliato e mi disse: "QUI E' PROPRIO IL SIGNORE CHE E' INTERVENUTO!". QUALCHE SANTO HA PREGATO PER LUI! SI VEDE CHE C'E' QUALCOSA DI PIU' POTENTE ED EFFICACE DELLE MIE MEDICINE!".

Cassinelle (AL), 25/11/1947 B.F. (2)
"Già fin dal 1940, io soffrivo di un fastidioso dolore alle gambe, a causa di reumatismi, artrite e lombo sciatalgia. Ero molto tormentata: infatti, di notte non riuscivo a dormire e, per lo spasimo, emettevo frequenti gemiti, senza potermi controllare. Mi rivolsi, allora, con fiducia, alla cara Maria Tartaglino, dicendole che, come mi aveva concesso tante grazie a favore di altre persone, così, ora, me ne concedesse una anche per me! Dopo qualche settimana, cominciai a migliorare rapidamente, al punto da ritenermi in poco tempo, guarita. Infatti, da allora in poi, non provai più i dolori e gli incomodi di prima, e tale benessere dura tuttora".

Cassinelle (AL), 25/11/1947 G.B.P. (3)
"Mia figlia aveva contratto una relazione, a scopo di matrimonio, con un giovane, del quale io non ero contenta, poiché, per molte ragioni, non mi pareva persona adatta a lei. Mi sono raccomandata tantissimo a Maria Tartaglino, affinché intervenisse per fare troncare questa relazione, promettendo che avrei fatto una offerta e recitato 5 Ave Maria, al giorno, per tutto il tempo della mia vita. Continuai a pregare con grande fervore: dopo circa dieci mesi di instancabili preghiere, mia figlia, di sua iniziativa, di punto in bianco, lasciò detto giovane per contrarre una seria relazione con un altro uomo, molto bravo, di cui noi tutti siamo assai contenti, poiché trattasi di persona dotata di ottime qualità morali e religiose. Riconoscente per questa grazia, ho fatto l'offerta di Lire 1000; in seguito, dopo essere andata davanti alla tomba della Tartaglino per ringraziarla ulteriormente, ho fatto un'altra offerta di Lire 400, per la causa della medesima".

Morsasco (AL), 25/11/1947 B.F.
"Nell'aprile del 1941, mia cognata, moglie di mio fratello, abitante a Morsasco, madre di quattro bambini, si ammalò di una grave forma di tubercolosi, per cui l'Ufficio Sanitario competente, dopo aver fatto disinfettare tutta la sua casa, la separò dai figli e la inviò in un Sanatorio della Provincia di Bergamo. Io ne fui addoloratissima, naturalmente: per alleviare la situazione di mio fratello, mi ero presa, con me, due dei detti bambini, e, intanto, imploravo, con fervore, Maria Tartaglino, a favore di mia cognata, supplicandola che la facesse guarire. In particolare, le chiedevo che, almeno, lo facesse per me, che le ero tanto devota e ammiratrice, e per i poveri figlioletti suoi... dopo solamente un mese di degenza in quel Sanatorio, mia cognata si trovò talmente in forze e guarita, che se ne uscì di sua iniziativa, senza altri problemi di sorta, e fece ritorno in famiglia, ove giunse inaspettata. Noi, visto questo stato di cose, temendola, tuttora, affetta dal male, ci preoccupammo che potesse infettare nuovamente la casa e i bambini. Ma, con nostra grande meraviglia e gioia, da allora in poi, ella non ebbe più a soffrire di quel male e, anche adesso, a distanza, ormai, di 6 anni, può accudire ai lavori domestici e all'educazione dei bambini, senza più dover farsi visitare dai medici".

Alessandria (AL), 01/07/1947 P.A.
"Un mio nipote, professore, nonostante molte richieste fatte, non riusciva ad ottenere un posto di lavoro. Era, ormai, sfiduciato e deluso: io, essendo preoccupata ed anche un po' esasperata, vista l'inutilità dei passi compiuti per ottenere un impiego, decisi di ricorrere a Maria Tartaglino. Sapendo che il 25 novembre 1946, il Rev. Don Mario Martino avrebbe dovuto venire nella nostra città, Alessandria, presso una mia amica, chiesi a costei di raccomandargli mio nipote nelle sue speciali preghiere alla Tartaglino, per ottenere l'intento. Ella fece la commissione e Don Martino promise di pregare e di far pregare! Il giorno seguente, la mia amica mi consegnò un'immagine ricordo della Tartaglino, ricevuta dal Sacerdote: quel giorno, io, poi, andai a casa di mio nipote, a portargli l'immagine e raccomandargli di pregare. Venni, con mia grande sorpresa e gioia, a sapere, dalla sua mamma, che, sempre in quel giorno, era uscito un posto per lui, con presa di servizio, addirittura, per l'indomani, posto che conserva tuttora! Grata a Maria, elevo grazie a Dio!".

Mondovì (CN), 24/11/1946 R.M.T.
"Con animo profondamente riconoscente, voglio, qui, ringraziare Maria Tartaglino, la cui intercessione fu, da me, fervidamente invocata, e fatta invocare, per averci aiutato nella difficile operazione chirurgica, subìta da mio marito, e felicemente riuscita, nonostante le incertezze dei medici, che consigliavano di non farla. Infatti, mio marito era gravemente ammalato al cuore, aveva sofferto, da poco tempo, una brutta polmonite e, inoltre, aveva l'età di 75 anni. Aver affrontato tale intervento chirurgico e averlo superato con successo, è stato, a detta di tutti, infermieri e medici, un vero e proprio miracolo! Non cesseremo più di ringraziare la nostra cara Maria, tanto possente presso Gesù, e d'invocare, nelle varie necessità, il suo valido aiuto".

Asti (AT), 12/11/1946 C.T.
"Dai primi di maggio del 1946, andavo, lentamente, perdendo l'udito da ambedue le orecchie, e, alla fine del mese, mi trovai completamente sorda, con mio grande rincrescimento, specialmente, per non poter più prendere parte attiva a tutte le funzioni religiose. Infatti, non ero più in grado di udire prediche, canti, preghiere pubbliche e collettive, il suono delle campane, ecc., ecc.! Fui visitata e curata da parecchi medici, anche specialisti, ma nulla essi poterono fare o suggerire rimedi al mio male. Allora, io, con grande fiducia, mi rivolsi ai rimedi celesti, e invocai, con tanto fervore, l'intercessione di Maria Tartaglino, con la quale, in vita, mi ero sempre mantenuta in affettuosa relazione di confidenza e di amicizia, fin dai primi suoi anni. Verso la metà di giugno, notai un sensibile miglioramento, cominciando a sentire qualcosetta; poi, il miglioramento andò rapidamente aumentando, tanto che, in pochi giorni, io guarii completamente, riacquistando l'udito in entrambe le orecchie, come avevo prima di ammalarmi! Ciò, oltre a me, destò stupore anche nelle persone mie amiche e conoscenti, le quali, ben sapendo della mia sordità, non ne speravano alcun esito buono, dal momento che avevo 75 anni d'età!! Riconoscentissima per questa grazia ricevuta, elevo preghiere a Dio e alla sua fedele Serva Maria Tartaglino".

Ciglione (AL) , 24/9/1946 G.F.
"Nel mese di settembre 1941, mi trovavo affetta da un fibroma all'utero, con frequenti perdite di sangue, per cui i medici giudicavano indispensabile l'intervento chirurgico. In quel mese, mi recai a Ciglione, presso un mio cugino, il Rev. Don Mario Martino, al quale, tutta preoccupata, esposi il caso. Egli mi promise le sue preghiere, ma, soprattutto, quelle della Signorina Maria Tartaglino, alla quale mi avrebbe raccomandato, al suo ritorno in Asti. Intanto, mi diede un batuffolo di cotone, che era stato a contatto con la sua Reliquia della Santa Croce, diventato intensamente profumato una volta toccato dalle mani della Tartaglino, e mi disse di metterne un poco sulla parte malata, pregando con fiducia. Io misi in pratica quel consiglio e, da allora, non solo si arrestò il mio male, senza recarmi più alcuna molestia, ma, anzi, mi scomparve ogni malessere, né vi fu più bisogno di operazione. E la mia guarigione si deve ritenere ormai certa, perché questo felice stato di cose perdura anche al giorno d'oggi,  a cinque anni di distanza!".

Asti (AT), 16/10/1947 S.E.
"Un mio pronipote, di anni 4, per circa due mesi, ad iniziare dal giugno 1945, ebbe un forte deperimento organico, per cui, a vista d'occhio, andava, man mano, esaurendosi. La sua mamma, ed io, eravamo fortemente preoccupate, e non vi dico del padre, che non l'aveva manco visto nascere, in quanto si trovava in guerra, dove venne fatto prigioniero e mandato in India. Pertanto, sottoponemmo il bambino ad una visita presso il Dispensario Antitubercolare di Asti: qua, fu sottoposto a radiografie e gli venne riscontrata una lesione al polmone destro. Vedendolo soffrire assai nella respirazione e con scarso appetito, in preda ad una persistente febbriciattola, la nostra preoccupazione si trasformò in sgomento! Osservando, poi, che le cure prescrittegli erano inefficaci, io pensai di raccomandarlo a Maria Tartaglino: misi l'immagine di Maria sotto il guanciale del bimbo, pregando per ottenerne la guarigione. Feci, anche, celebrare, da Don Mario Martino, tre Sante Messe, nei giorni 14, 15 e 17 ottobre 1945! Dopo una quindicina di giorni, il bambino cominciò a migliorare sensibilmente e, tale miglioramento, andò sempre più aumentando, manifestandosi con il ritorno dell'appetito, delle forze fisiche, del suo colorito e, soprattutto, con la scomparsa della febbre. Nel mese di novembre, le radiografie di controllo, cui fu di nuovo sottoposto, evidenziarono la scomparsa del male, residuando solo più alcuni piccoli noduli, che, a dire degli specialisti, non costituivano un pericolo. Oggi, a due anni di distanza, il bambino è florido e gode ottima salute! Grati a Dio, siamo pienamente riconoscenti a Maria Tartaglino per la grazia concessa".

Asti (AT), 12/10/1947 S.M.L.B.
"Mio fratello, dimorante con la famiglia a Tigliole d'Asti, nell'agosto 1946, riconosciuto abile al servizio di leva, doveva presentarsi sotto le armi. Questo fatto, produsse un grosso inconveniente in casa, perché il padre, ammalato, era totalmente inabilitato a svolgere i lavori agricoli e la moglie, già anziana, di 68 anni, non poteva garantire un valido aiuto.

L'unico che restava, in piena efficienza, era il mio fratello maggiore, ma il fondo agricolo era di vaste proporzioni e costui, da solo, non avrebbe potuto, di certo, farcela! I miei genitori erano alquanto addolorati e preoccupati per la partenza del figlio, poiché, con lui, veniva a mancare, non solo, un valido aiuto, ma, anche, il contributo, ritenuto indispensabile, per la buona conduzione e per la proficua resa del suddetto fondo. Io, conoscendo i loro timori, mi rivolsi, con fiducia, a Maria Tartaglino, supplicandola ad intervenire, affinché mio fratello fosse lasciato libero ed esentato dal servizio militare. Il giorno 9 agosto 1946, si presentò al Distretto Militare di Casale Monferrato, ove rimase soltanto per due giorni, dopodiché venne inviato a Montorio Veronese: qui, dopo un solo mese di servizio, fu rimandato in famiglia, congedato in modo assoluto!

Ciò, evidentemente, grazie a Dio e a Maria Tartaglino!

Asti (AT), 15/08/1947 Suor D.F.
"Una notte delle prime settimane di dicembre 1946, mi ero addormentata tranquillamente, senza particolari pensieri che potessero dare adito all'immaginazione di fare sogni speciali e senza ricordare persone, tanto meno Maria Tartaglino, di cui non avevo parlato di recente con nessuno. Nel sonno, mi pareva di trovarmi su di un balcone, di fronte al quale, ad una distanza di circa canto metri, si apriva un bellissimo prato verdeggiante.

Nel centro di questo prato vi era Maria Tartaglino; io la guardavo e, all'improvviso, un raggio di luce, sceso dall'alto, la ravvolse tutta. Ella era estatica e teneva le braccia tese in avanti verso la luce, mentre le sue labbra si muovevano, come se parlasse con qualcuno. Io osservavo questo quadro, tutta stupita, e, fra me, dicevo: "MA GUARDA! IO NON HO MAI CREDUTO A QUANTO SI DICEVA DI MARIA E, ADESSO, DEVO PROPRIO VEDERE TUTTO QUESTO CON I MIEI OCCHI!".

Poi, sul più bello della visione, mi sono svegliata. L'impressione che ho provato subito dopo, e che, poi, mi è rimasta anche in seguito, fu che, qui, si trattasse di un'apparizione vera e reale, sia pur avvenuta durante il sonno. Essa ha lasciato in me un senso di intima soddisfazione morale, non solo umana, come se fosse causata da un curioso fenomeno naturale, ma, soprattutto, soprannaturale, come se fosse dovuta all'essermi trovata in presenza di una visione celeste! Inoltre, mi ha lasciato, nell'anima, una grande pace e contentezza ed anche un vivo desiderio e movimento verso il bene!".

Bolzano (BZ), 21/7/1947 I.C.A.
"Nell'autunno del 1945, dovetti lasciare la mia famiglia e recarmi presso i miei genitori, per curarmi da un grave malore: mio marito, rimasto solo, fu costretto ad andare a trasferirsi, sia pure momentaneamente, in albergo. E qui, un po' per l'occasione, un po', forse, per consolarsi dalla solitudine, si diede al vizio del bere.

Trascorsi, all'incirca, due mesi, io potei tornare a casa completamente guarita, ma, purtroppo, per iniziare, quivi, una vita triste e difficile. Infatti, mio marito, che era sempre stato una perla d'uomo, arrivava a casa, tutte le sere, abbastanza alticcio: i soldi cominciavano a scarseggiare, la sua salute deperiva e la buona armonia famigliare di un tempo, che esisteva fra noi due, era sparita!

A nulla valevano i miei rimproveri, le mie preghiere e, anche, le mie lacrime. Avvilita, delusa e desolata, decisi di rivolgermi a Maria Tartaglino, della quale avevo sentito parlare da un mio parente: iniziai la Novena il giorno 15 di settembre del 1946.

Poi, come se non bastasse, mio marito, ai primi di ottobre, si ammalò di un’infezione agli occhi: aspettò un po' di tempo, ma, alla fine, dovette farsi visitare da un oculista, poiché la sua vista andava peggiorando di giorno in giorno.

L'oculista gli prescrisse, ovviamente, una cura e gli proibì assolutamente l'assunzione dell'alcool: quindi, lo fece ricoverare in Ospedale. Dopo un mese, fu dimesso e tornò a casa del tutto guarito dalla malattia agli occhi, e, quel che risultò più sorprendente e piacevole per me, anche dal vizio del bere! Oggi, a distanza di molti mesi da quel momento, mio marito scrive, legge, ci vede benissimo e beve solo il necessario, mentre è tornata l'armonia fra noi, il benessere e la pace in famiglia. Ringrazio di cuore Maria Tartaglino per la grande grazia che mi ha ottenuto e la prego di voler proteggere, anche in avvenire, la mia famiglia!".

Asti (AT), 16/09/1946 D.M.M.
"All'inizio del mese di febbraio 1943, riparando un paio di pantofole, con l'ago, mi sono forato il dito medio della mano destra: pur avendo, subito e a lungo, disinfettato la piccola ferita, alcuni giorni dopo, il dito cominciò a dolermi assai, provando, anche, febbre in tutto il corpo. Dolori e febbri andarono sempre più aumentando nei giorni successivi, mentre il gonfiore, dal dito, passò a tutta la mano e al braccio. Provavo dolori fortissimi, laceranti e quasi insopportabili; potei, a stento celebrare la Messa!

Alquanto preoccupato, andai a trovare Maria Tartaglino e mi feci fare, da lei, il segno di Croce con l'indice della destra, quello stesso dito che aveva toccato il Sangue del Santo Crocifisso. L'acuzie dei dolori cessò immediatamente e il gonfiore si arrestò. Mi venne detto, in seguito, che si trattava di una vera infezione tetanica e i medici si stupirono di questo rapido miglioramento: nei giorni seguenti, il male andò sempre più scemando ed ora mi trovo completamente guarito".

Alessandria, 01/02/1946 A.E. (1)
"Da circa sette anni soffrivo di dolori al ventre, dolori che i medici non seppero mai definire. Poi, negli ultimi mesi del 1945, il male andò sempre più peggiorando e, anzi, i dolori divennero atroci e frequenti, addirittura ogni due o tre giorni. Mi sembrava di dover morire da un momento all'altro! Fui, anche sottoposta a numerose radiografie, ma senza ottenere una risposta sicura: si cominciò a parlare di una forma tumorale.

Un giorno, verso la fine di ottobre 1945, mentre ero in preda ai soliti, forti dolori, una conoscente mi invitò a raccomandarmi a Maria Tartaglino, cosa che io, subito, feci.

Quasi come per incanto, il male mi scomparve e, da allora, non ho più sentito disturbo alcuno, mangiando con vivo appetito. Pertanto, ora, sono molto riconoscente alla cara Maria".

Alessandria (AL), 01/02/1946 D.R. (2)
"Nella settimana prima del Natale 1944, mi trovavo veramente angustiata, e quasi disperata, perché non riuscivo a reperire, da nessuna parte, né in città e neppure nei paesi della Provincia, della legna da fare fuoco per riscaldamento. Mi ero rivolta a diverse persone che conoscevo, ma nessuno ne aveva o voleva darmene: la situazione si faceva critica, in quanto, con me, abitava la mia vecchia mamma, molto malata. Già avevo pregato anche le Anime del Purgatorio e San Gaetano, ma senza alcun risultato! Alla fine, non sapendo più dove sbattere la testa, mi raccomandai alla cara Maria Tartaglino, di cui avevo sentito parlare. Ecco, allora, che, il giorno seguente, arrivò davanti alla mia abitazione, sita in Alessandria, un carro carico di circa 10 quintali di legna, all'improvviso: e il bello fu che il tutto, sia il carico che il trasporto, non mi costò nulla, nonostante provenisse da ben 35 km. di distanza! Quello che più mi destò sorpresa, fu che la persona che me ne fece l'invio, proprio pochi giorni prima, si era recisamente rifiutata di cedermene, sia pure, poca...! Così la grazia è stata davvero completa!".

Asti, 13/12/1945 B. M. G.
"Nei primi mesi del 1934, mi si era manifestato un fibroma all' utero, che era poi diventato grosso come la testa di un bambino di 4 mesi. Da ben cinque Professori specialisti di Torino, come già da un medico di Asti, era stata dichiarata necessaria l' operazione chirurgica di estirpazione. Andata dalla Tartaglino Maria, nel giugno 1934, ed esposto il mio caso, ella mi fece comprendere che si poteva agire senza operazione alcuna, soggiungendomi che ella sperava se ne potesse fare a meno. Intanto, mi raccomandò di pregare e di far pregare, promettendo di pregare essa pure. Con meraviglia, da quel momento, il fibroma si arrestò, non progredì più affatto, cessò dal farmi male e dal recarmi noie o molestie. Anche presentemente, 13/12/1945 è come se non esistesse, non causandomi il minimo inconveniente".

Torino (TO), 18/11/1945 B.C.
"Il giorno 10 Ottobre 1944, non riuscivo, in nessun modo, a mettere in moto il mio mulino, posto in Torino: chiamai aiuto, ma senza risultato alcuno, poiché gli ingranaggi continuavano a restar fermi.

Ad un certo punto, un mio garzone volle fare, di sua iniziativa, un'altra più diligente ispezione e, per caso, guardando nel buco della macina, vi trovò una bomba di artiglieria, oblunga, di notevoli dimensioni, con la spoletta a contatto con la macina stessa. Se la macina avesse iniziato a girare, sarebbe scoppiata e avrebbe fatto saltare in aria il mulino, con tutte le implicazioni del caso. Appena tolta la bomba e dato l'avviamento, l'ingranaggio si mise, subito, in moto.

Capii, senz'altro, che quella bomba era stata messa lì dolosamente, per causare rovina e strage ... 

Tutti i giorni, dietro consiglio di un'amica, io mi raccomandavo a Maria Tartaglino, in particolare quando il mulino non funzionava. L'essersi il mulino, prima, arrestato, ad impedire il movimento della macina, con il conseguente scoppio della bomba, e, poi, l'essersi messo in moto, appena rimosso l'ordigno e dato l'avviamento, giustamente lo ritengo un fatto prodigioso, ottenuto per l'intercessione della Tartaglino!".

Asti, 15/10/1944 Suor E.Z.
"Sono una Suora, di origine polacca, appartenente alla Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Conoscevo già Maria Tartaglino e mi ero recata molte volte a visitarla, attratta, verso di lei, come da una misteriosa forza di soprannaturalità: ma, appena mi avvicinavo e, prima di parlarle, lei mi preveniva nella manifestazione dei miei sentimenti, rivelandomeli, senza che io dicessi nulla e, intanto, mi rassicurava e mi tranquillizzava, e, tutto ciò, con una tale certezza che io non avevo alcun dubbio. La prima volta che io incontrai Maria fu quando accompagnai una mia consorella; il suo modo di accoglierci mi colpì, come se mi avesse conosciuto da tanto tempo, e, inoltre, mi disse alcune cose che mi fecero capire che costei era una persona non comune. La Tartaglino mi attraeva poiché, in lei, mi sembrava di scorgere qualcosa di celeste, che traspariva nonostante le sue sofferenze; provavo, sempre, un gran desiderio di farle visita e ne cercavo l'occasione, per la grande gioia che sentivo nel vederla. Avere conosciuto questa persona, per me, è una gentilezza usatami da Gesù! Durante l'ultima sua malattia, più volte, mi sono recata nella sua cameretta, con una mia consorella, per medicarne le piaghe da decubito di cui soffriva. Dopo la sua morte, domandai a Gesù, per il bene della mia anima, che permettesse a Maria di farsi vedere ancora una volta da me: lo desideravo tanto! Nella notte del 22 settembre 1944, stavo dormendo quando, verso le 2,mi sentii sfiorare le spalle, come se qualcuno volesse svegliarmi. Nel sonno, gridai forte, tanto da svegliare le consorelle che riposavano nelle stanze attigue; mi destai, allora, di soprassalto, ed ebbi subito la netta impressione che ci fosse la Tartaglino, anche perché ne sentivo la voce, che mi chiamava come era solita fare in vita. E quella voce aveva un tono di rimprovero, forse perché gridavo così tanto; allora, mi misi a pregare e, pian piano, verso le 3, mi riaddormentai. Ma, appena ripiombata nel sonno, mi sentii, di nuovo, toccare le spalle, le mani e il petto, con più insistenza di prima. Mi svegliai e vidi il suo volto: in quel momento, la volli abbracciare, ma lei mi disse. “NON MI TOCCARE!", dopo di che scomparve, lasciando, nell'anima mia, una grandissima gioia, che mi durò per tutta quella giornata e che io non ebbi mai più, su questa terra, la fortuna di provare!".

Asti (AT), 17/5/1942 D.M.
"Nel 1936, la ragazza R. M., di circa 15 anni, lesa nella mente in seguito a meningite, sofferta nell' infanzia, ebbe convulsioni e paralisi, prima, alla gamba e al braccio da un lato, poi, anche dall' altro. Un Professore Universitario, specialista in Malattie Nervose, che la visitò. La dichiarò spacciata, poiché, punzecchiata da ogni parte con aghi, non aveva dato alcun segno di sensibilità. Pertanto, informò i parenti, che, di lì a poco, la ragazza sarebbe morta. Allora, la Signora D.M., presente alla scena, si fece accompagnare, dal fratello e dal padre dell’inferma, da Maria Tartaglino: entrata in camera di lei col fratello (il padre era rimasto di sotto), le espose il caso pietoso e le chiese preghiere. Lei promise di pregare, ma aggiunse che, tanto, a 25-26 anni, la ragazza avrebbe dovuto morire lo stesso. Poi, ritornarono a casa dell’inferma: questa passò la notte emanando un gran puzzo di cadavere, tanto che si stentava a starle vicino! Ma ecco che al mattino, verso le 5, cominciò a muovere il braccio; tra le 5 e le 6, ebbe alcune convulsioni e, poi, riprese completamente l'uso delle membra, stando bene tutta la giornata, come se non fosse mai stata malata".


Preghiera
per la glorificazione 

O Gesù crocifisso, che hai tanto amato Maria Tartaglino
e l’hai arricchita del Tuo amore e del Tuo dolore
facendola Tua sposa crocifissa,
Ti chiediamo di glorificarla
concedendoci, per sua intercessione,
la grazia che umilmente Ti chiediamo.
Abbi misericordia di noi!

Si recitano 5 Gloria Patri a Gesù crocifisso.

[pro manuscripto ad uso privato]



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GRAZIE MARIA!